Lato Est

A sinistra del lato est del recinto, è il pannello con la raffigurazione della Tellus, la Terra madre, ovvero, secondo una diversa interpretazione, Venere, madre divina di Enea e progenitrice della Gens Iulia, cui appartiene lo stesso Augusto.

Un'ulteriore lettura interpreta questa figura centrale come la Pax Augusta, la Pace, da cui l'altare prende nome.

La dea siede sulle rocce, vestita di un leggero chitone. Sul capo velato, una corona di fiori e di frutta. Ai suoi piedi, un bue ed una pecora.
La dea sostiene ai suoi lati due putti, uno dei quali attira il suo sguardo porgendole un pomo. Nel suo grembo, un grappolo d'uva e dei melograni completano il ritratto della divinità genitrice, grazie alla quale prosperano uomini, animali e vegetazione.
Ai lati del pannello due giovani donne, le Aurae velificantes, l'una seduta su un drago marino, l'altra su un cigno, simbolo rispettivamente dei venti benefici di mare e di terra.

Sul pannello di destra si conserva invece un lacerto del rilievo della dea Roma. La figura rappresentata, è stata completata "a graffio" su malta. In considerazione del fatto che è seduta su un trofeo di armi, non può essere che la dea Roma, la cui presenza va letta in stretta relazione a quella della Venere-Tellus, poichè la prosperità e la pace sono garantite da Roma vittoriosa.
La dea è rappresentata come un'amazzone: il capo cinto dall'elmo, il seno destro denudato, il balteo a tracolla che sorregge una corta spada, un'asta nella mano destra.
Molto probabilmente facevano parte della scena le personificazioni di Honos e Virtus, posti ai lati della dea, nelle sembianze di due giovani divinità maschili.